Strumenti finanziari
Quaderno AIAF
n. 104
Reverse floaters: uno strumento finanziario discusso tra controlli e libero mercato
Acquista il quaderno
€ 15,00 Iva esclusa

Reverse floaters: uno strumento finanziario discusso tra controlli e libero mercato

15.00

Informazioni aggiuntive

Argomenti

Strumenti finanziari

Anno

2001

Gruppo di lavoro AIAF
Paolo Balice (coordinatore)
Wilma Vergi 

Premessa

L’utilizzo di derivati abbinati a bonds, e quindi l’emissione delle cosiddette obbligazioni strutturate, ha conosciuto un particolare sviluppo in Italia in questi anni. L’ incontro tra i calcoli probabilistici sottostanti alla valutazione di una opzione e la domanda di prestazioni finanziarie da parte dell’investitore finale può portare, in taluni casi, a soluzioni interessanti per il sottoscrittore e profittevoli per l’emittente. Peraltro, le problematiche legate all’emissione di un titolo strutturato crescono quando la complessità dell’operazione non è spiegata appieno all’investitore o quando il funzionamento del mercato secondario è inefficiente evidenziando rilevanti rischi di perdite nel caso in cui si manifesti l’esigenza di liquidare l’investimento prima della sua scadenza naturale.

La nostra attenzione si concentrerà su una particolare tipologia di obbligazione strutturata: i fixed reverse floaters caratterizzata, per un certo periodo di tempo, da una significativa crescita delle emissioni. Sul fronte della domanda, il fattore scatenante del successo del fixed reverse floater è stato evidentemente il calo strutturale dei tassi in Italia acceleratosi in vista dell’ingresso nella moneta unica.

Nella logica comportamentale di un investitore non sofisticato ha talvolta più importanza la cedola intesa come cash flow integrativo di altre entrate ricorrenti (pensioni, rendite immobiliari, ecc.) che il rendimento effettivo che sconta correttamente tutti i cash flows futuri.

Nella seconda metà degli anni ‘90, scesi i rendimenti dei titoli di Stato, le strade per recuperare redditività erano sostanzialmente due: accettare un più elevato rischio di credito tramite, ad esempio, la sottoscrizione di titoli in Eurolire di Paesi emergenti, oppure aderire, appunto, a obbligazioni dotate di strutture cedolari appetibili almeno nei primi anni. In questo caso la stima del rendimento effettivo include ipotesi sul tasso libor su periodi lunghissimi assolutamente incerte, con risultati simili a quelli elaborati dai piani delle prestazioni delle polizze vita.

Il fenomeno dei reverse floaters si è ridimensionato a seguito del progressivo crollo delle quotazioni sul mercato secondario verificatosi nel corso del 1999, causato da una molteplicità di fattori : rialzo dei tassi, premio di liquidità, ecc. Tuttora questi titoli quotano ampiamente sotto la pari.

Le emissioni sono fortemente ridotte e, in termini di offerta, il fenomeno reverse floaters è passato in secondo piano. Le emissioni, ancora in massima parte in circolazione ed in alcuni casi quotate, appaiono come le “macerie” rimaste dopo dell’ennesimo fenomeno d’illusionismo finanziario che ha avuto come vittima l’ignaro risparmiatore.

Una analisi ex-post del fenomeno dovrebbe insegnarci qualcosa per il futuro del mercato finanziario, nel difficile compito di combinare la tutela del risparmio – un obiettivo di rilevanza costituzionale – e la libera manifestazione del mercato, base di ogni economia capitalistica.

Resta il fatto che tutti gli “incidenti di percorso” sul fronte degli investimenti diretti (soprattutto se alternativi ai prodotti tradizionali) non fanno altro che legittimare il ruolo degli intermediari/ consulenti/gestori indipendenti dai collocatori. Ai primi spetta il compito di strutturare correttamente il profilo rischio/ rendimento del portafoglio della clientela, preservarne il capitale e migliorarne la performance nel medio lungo termine, piuttosto che “vendere” uno strumento finanziario.

Acquista il quaderno
€ 15,00 Iva esclusa
Altri quaderni