€15.00
Fondi Pensione
2007
Responsabili Luca Spoldi, 6 In Rete Consulting, Amministratore e analista finanziario, Napoli, Socio Aiaf (diploma CEFA) Laura Vitale, BNL – Gruppo BNP Paribas, Roma, Socio Aiaf
Partecipanti Francesca Romana De Luca, Banco di Sicilia SpA – Gruppo Capitalia, Emilia Romagna – Socio Aiaf Daniele Castelnuovo, Socio Aiaf Alfonso Scarano, Amministratore Delegato – FinAnalitica Srl, Milano, Socio Aiaf (membro C.D.) Vincenzo Somma, Responsabile Ufficio Studi – Altroconsumo, Milano, Socio Aiaf Pietro Cazzaniga, Ufficio Studi – Altroconsumo, Milano Massimo Gradilone, Dottore Commercialista, Revisore Contabile, Analista Finanziario, Roma, Socio Aiaf Debora Megna, Assistant Director – Deloitte Financial Advisory Services S.p.A., Firenze, Socio Aiaf Giorgia Moretti, BNL – Gruppo BNP Paribas, Roma, Socio Aiaf (aggregato)
Introduzione di Luca Spoldi e Massimo Gradilone
Il sistema previdenziale italiano si presenta in una fase di continua evoluzione i cui esiti possono essere previsti solo parzialmente; il Quaderno in oggetto si propone di approfondire le caratteristiche attuali e prospettiche del mercato della previdenza integrativa in Italia, descrivendo il quadro normativo attuale e le sue probabili modifiche, verificandone l’adeguatezza in rapporto alle previsioni demografiche a mediolungo termine e cercando di determinare, attraverso un confronto di quanto accaduto negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, quali siano i possibili correttivi in grado di accrescere l’adesione al nuovo sistema da parte dei lavoratori italiani nonché trarre conclusioni sui possibili scenari futuri degli argomenti trattati.
Di particolare interesse si presentano alcune tematiche chiave, quali: l’innalzamento dell’età pensionabile; l’armonizzazione delle aliquote fiscali sulle rendite pensionistiche; l’aggiornamento dei coefficienti di trasformazione1, la ricerca di ammortizzatori sociali per i lavori più deboli e precari; la rivalutazione delle pensioni minime; il cumulo dei redditi di pensione con quelli da lavoro; i meccanismi di adeguamento delle pensioni in relazione alle mutate tipologie contrattuali del mercato del lavoro. Dal punto di vista prettamente finanziario, l’avvio a pieno regime della previdenza integrativa consente al sistema economico italiano di usufruire di uno strumento tipico di sostegno degli investimenti a medio/lungo termine, quale quello dei Fondi pensione, presenti da anni presso i mercati finanziari più evoluti.
Lo sviluppo della previdenza integrativa dipenderà, tuttavia, da una seria di fattori, a cominciare dalle scelte dei lavoratori (per ora del settore privato, ma presto estensibile a quelli del pubblico impiego) in merito alla destinazione del proprio Trattamento di Fine Rapporto (TFR). Con la pubblicazione del D. Lgs 2 febbraio 2006, n. 42, ha avuto attuazione la delega conferita al Governo dalla L. 23 agosto 2004, n. 243, in materia di totalizzazione dei periodi contributivi.
L’entrata in vigore delle nuove norme sul Trattamento di Fine Rapporto (TFR) farà decollare la previdenza integrativa in Italia, ad un decennio di distanza dalla Riforma Dini, che nel 1995 introdusse il sistema di calcolo contributivo e una soglia minima di età da affiancare ai 35 anni di contributi necessari per accedere alla pensione di anzianità.
Ai lavoratori si chiede di utilizzare uno strumento pensato per gestire il “fine rapporto”, dunque rendere disponibile in termini differiti, sotto forma di liquidazione, parte dello stipendio, per finanziare parte del proprio trattamento pensionistico. Se il processo di transizione dalla previdenza pubblica a quella privata pare irreversibile, anche alla luce delle proiezioni demografiche, si nota anche come si siano affermati nuovi tipi di contratto assicurativo, caratterizzati da una componente finanziaria così rilevante da suggerire la denominazione di prodotto di genere assicurativo-finanziario.
Sul fronte delle possibili criticità si evidenziano fattori quali: la scarsa trasparenza informativa che ha finora caratterizzato la riforma, impedendo di fatto ai lavoratori di raggiungere una consapevolezza piena dei costi e dei benefici delle differenti ipotesi; la presenza in Italia di una preponderanza di micro e piccole imprese2, che temono di vedere appesantite le incombenze amministrative e di perdere parte della liquidità a disposizione; una fiscalità considerata insufficiente nelle agevolazioni in termini di deducibilità in fase di accumulo e di tassazione del risultato annuale e disarmonizzata rispetto alla generalità degli Stati dell’UE. Non sempre, inoltre, i risultati ottenuti dagli strumenti cui verranno indirizzati i flussi del TFR maturando, i Fondi pensione, si sono dimostrati all’altezza delle aspettative, come dimostra un’analisi quantitativa che il presente Quaderno propone e che potrebbe costituire lo spunto per un ulteriore approfondimento in termini qualitativi di quelle che sono state le determinanti di tali risultati per cercare di prevedere l’evoluzione dei risultati nel prossimo futuro.
Per cercare, tuttavia, di dare una prima indicazione delle possibili ulteriori evoluzioni del settore previdenziale abbiamo voluto riflettere sull’esperienza estera, in particolare quella maturata negli Stati Uniti e in Gran Bretagna, dove è in atto al momento un processo di profonda ristrutturazione del settore, con il passaggio sempre più accelerato da un sistema “a prestazioni definite” ad uno “a contributi definiti” nell’ambito dei Fondi pensione aziendali.
A margine dell’assemblea di Washington del giugno 2006 dedicata alle prospettive e problemi del settore previdenziale in tutto il mondo, c’è stato un faccia a faccia Europa-Stati Uniti su tali temi, con l’Europa che pare propensa ad adottare una sorta di “401K” (Fondi previdenziali individuali) in salsa continentale.
I “401K” europei potrebbero essere conti previdenziali individuali fiscalmente agevolati che diventano una voce della busta paga, in cui ogni lavoratore metterebbe i Fondi pensione che preferisce, da solo o dopo aver incaricato un consulente di scegliere per lui. L’azienda amministrerebbe e basta, senza essere obbligata a mettere in piedi un Fondo pensione come negli Usa o in Gran Bretagna.