Investimenti Opere d'arte
Quaderno AIAF
n. 157
Investire in arte e cultura: aspetti finanziari, di mercato, fiscali
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€ 15,00 Iva esclusa

Investire in arte e cultura: aspetti finanziari, di mercato, fiscali

15.00

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Argomenti

Investimenti Opere d'arte

Anno

2013

Gruppo di lavoro Aiaf
Gestione finanziariamente sostenibile dei beni culturali

Socio Responsabile:
Antonio Mansueto

Autori
Claudio Borghi Aquilini, Professore incaricato di Economia e Mercato dell’Arte – Università Cattolica del Sacro Cuore – Milano, Socio AIAF
Alessandro Furiesi, Direttore Pinacoteca civica di Volterra
Michele Gucci, Dottore Commercialista e Revisore Contabile, Socio AIAF
Franca Lamantea, Dottore in Economia e Commercio, Mercato Imprese – Intesa Sanpaolo Spa
Antonio Mansueto, Analista Finanziario e artista, Socio AIAF
Marianna Sorrente, Analista Finanziario, Firenze, Socio AIAF

 

PREMESSA

Se è assolutamente necessario che l’arte o il teatro servano a qualche cosa, dirò che dovrebbero servire a insegnare alla gente che ci sono attività che non servono a niente, e che è indispensabile che ce ne siano. Eugène Ionesco, Note e contronote, 1962

La frase di Ionesco è di effetto perché propone un paradosso: se qualcosa non è utile, non è indispensabile che ci sia. In realtà arte e cultura sono anche un valido settore economico produttivo, ed è ciò che qui si intende sottolineare.

Il presente Quaderno prende spunto dagli interventi presentati nella conferenza “Reperimento risorse finanziarie e gestione di progetti culturali” organizzata da AIAF e Florens 2012 nell’ambito della “Biennale Internazionale dei Beni Culturali e Ambientali” che si è svolta a Firenze durante la settimana dal 3 all’11 novembre 2012. Tale conferenza è stata tenuta dagli autori nell’ambito delle attività del Gruppo di Lavoro “Gestione finanziariamente sostenibile dei beni culturali” ed ospitata per l’occasione presso il Salone del Restauro di Firenze. L’esito dell’incontro ci ha confermato  l’utilità dei nostri interventi.

Ci si è proposti di affrontare le tematiche, le caratteristiche e i problemi inerenti il reperimento di risorse finanziarie e la loro gestione di iniziative inerenti il patrimonio e le attività culturali in Italia.

Principale “mecenate” e “gestore”, in Italia, è di gran lunga il settore pubblico; tuttavia quest’ultimo dispone di stanziamenti sempre più ridotti per i Beni e per le Attività Culturali, sia a livello centrale che presso gli enti locali. Anche la conservazione dei nostri numerosissimi beni culturali è sempre più carente mentre comporta costi crescenti.

Si tratta di un problema indubbiamente aggravato dalle necessità di rientro dal debito pubblico, ma anche di una scelta politica economica persistente nel tempo, a giudizio di molti sbagliata.

Quanto al sostegno dei privati (italiani ed esteri), esso, nel campo delle sponsorizzazioni, assume rilievo solo per eventi e progetti di primo richiamo per il grande pubblico, casi nei quali il ritorno di immagine è di assoluto interesse. E’ sintomatico che nel campo restauro c’è chi parli di “accanimento terapeutico” verso opere di primo piano, con restauri non indispensabili ripetuti nel tempo, quindi talora persino sconsigliabili.

È poco diffusa, invece, la pratica delle donazioni, che in altri paesi occidentali contribuiscono a formare il profilo di social responsibility di ogni impresa o privato di successo, a causa di una minore percezione della responsabilità sociale e senso civico dei singoli cittadini, ed anche a causa di un trattamento fiscale veramente sfavorevole. Su questi argomenti troverete pane per i vostri denti nell’intervento assolutamente esaustivo di Michele Gucci.

Anche l’acquisto di opere d’arte, e quindi un mercato dell’arte tonico e  sano, può sostenere i progetti e il mondo dell’arte; ma anche in questo caso noteremo che le normative e il trattamento fiscale in Italia sono piuttosto sfavorevoli, sia nel sostegno agli artisti che nella fiscalità delle transazioni di compravendita (qui sono addirittura punitive). Tanto che le gallerie italiane, sempre poco sviluppate rispetto alle gallerie straniere, tendono ora “a migrare all’estero”, proprio nel momento in cui le banche dati internazionali e le aste online rendono più fruibile il mercato dell’arte. Su questo argomento vi proponiamo l’intervento illuminante di Claudio Borghi Aquilini.

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