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ESG
2015
Gruppo di Lavoro di AIAF Mission Intangibles®
AIAF Promotori del Progetto Intangibili e Sostenibilità Andrea Gasperini (Coordinatore e autore del Quaderno) Dottore Commercialista, vice segretario del Consiglio Direttivo NIBR / WICI Italy, Socio AIAF e Responsabile del Gruppo di Lavoro di AIAF Mission Intangibles®
Paolo Bigotto (Coordinatore, autore del Quaderno e del questionario online), Consulente aziendale, Socio AIAF e componente del Gruppo di Lavoro di AIAF Mission Intangibles®
PLEF (Planet Life Economy Foundation) Co – Promotore del Progetto Emanuele Plata co-fondatore di Planet Life Economy Foundation e Presidente dall’anno 2012 in collaborazione con Roberto De Cardona consulente indipendente, membro del CdA di PLEF e componente del gruppo di lavoro “Progetto Intangibili” per la valorizzazione del Capitale Intellettuale e degli Intangibili
Francesco Braga avvocato, socio PLEF e componente del gruppo di lavoro “Progetto Intangibili” per la valorizzazione del Capitale Intellettuale e degli Intangibili
Laura Cantoni Astarea Ricerche di Marketing, Vice presidente PLEF
Introduzione
Il contributo del patrimonio intangibile alla creazione del valore
Negli ultimi anni del XX secolo è diventato sempre più evidente che la capacità di creazione del valore nel breve, medio e lungo termine, è imputabile, oltre che alla proprietà dei beni tangibili, sia fisici sia finanziari, anche all’accesso a risorse intangibili, ossia assets identificabili con valenza economica non dotati di fisicità molti dei quali, a causa delle difficoltà tecniche, per il momento, ancora implicite negli attuali strumenti contabili, restano spesso invisibili nei tradizionali bilanci di esercizio ed è sempre più avvertita quindi la necessità di disporre – a fini sia gestionali interni, sia di comunicazione verso l’esterno – di un patrimonio informativo più ampio e pregnante rispetto anche a questa tipologia di risorse-chiave di un’organizzazione.
Da un’indagine compiuta da Margaret Blair nel 1982 il rapporto tra il patrimonio tangibile delle società industriali costituito da proprietà immobiliari, stabilimenti ed attrezzature in rapporto al loro valore complessivo di mercato era pari al 62,3%. Dieci anni dopo tale percentuale era già scesa al 37,9 % Si sta quindi verificando la situazione in cui oltre la metà del capitale investito da parte di una impresa è in assets intangibili ancorché il loro valore non è riflesso integralmente nello Stato Patrimoniale dei bilanci aziendali.
Una analoga analisi compiuta dal prof. Baruch Lev della New York University per l’anno 1999 dimostra come tale dinamica si stia sempre più accentuando in quanto il valore medio del Market to Book Value delle società dell’indice S&P 500 era pari a 6,253%.
Il prof. Baruch Lev ripete la medesima indagine nel marzo del 2001 ed evidenzia come il peso relativo degli asset intangibili, pari all’83,3%, per effetto dell’implosione della bolla speculativa della new economy, sia soggetto ad una flessione pur mantenendosi su un livello sempre estremamente elevato.
Nell’anno 2002 Robert Kaplan e David Norton nel loro testo “Strategy Maps” evidenziano che il 75% del valore di una organizzazione è rappresentato dagli asset intangibili.
Più recentemente l’organizzazione The International Integrated Reporting Council (IIRC) (in precedenza Committee) nel Discussion Paper pubblicato il 14 Settembre 2011, riportando una indagine effettuata dalla società Ocean Tomo, evidenzia che la percentuale del Market Value delle aziende che compongono l’indice S&P 500 giustificata dal valore degli asset fisici e finanziari si mantiene sempre molto limitata e che la differenza rispetto al Book Value è imputabile per una ampia quota, pari all’81%, all’impatto di altri fattori alcuni dei quali riflessi nei conti aziendali ma molti non lo sono.