€15.00
Intangibles
2006
Promotori Aiaf del Progetto IFI Andrea Gasperini, (Coordinatore Quaderno, Socio Aiaf e Coordinatore del Gdl “Mission Intangibles”) Responsabile Area Fidi Banca Leonardo SpA, Milano
Daniela Carosio, (Socio Aiaf, Coordinatrice del Gdl “Investimenti Socialmente Responsabili”) Analista finanziario specializzata in analisi e valutazioni di Corporate Governance, Milano Valeria Novellini, (Socio Aiaf, membro del Gdl “Mission Intangibles”) Analista Finanziario Il Sole 24 Ore SpA, Milano
Co – Promotori del Progetto IFI ALTIS – Università Cattolica (Centro di studi e di alta formazione dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, dedicato in particolare a responsabilità sociale, internazionalizzazione sostenibile, corporate governance distretti industriali, partnership tra aziende profit e non profit) Responsabile per Altis del progetto IFI è stato il Direttore Mario Molteni, ordinario di Economia Aziendale e Strategia, nonché autore di numerose pubblicazioni in tema di strategia d’impresa e Corporate Social Responsibility in collaborazione con Matteo Pedrini dottorando di ricerca che segue le attività di Altis ed è autore di saggi sulla gestione strategica d’impresa. SODALITAS (Associazione per lo sviluppo dell’imprenditoria nel sociale, è un’iniziativa promossa da Assolombarda nel 1995, che raggruppa come soci 60 imprese e un centinaio di consulenti volontari. Fin dalla costituzione, uno dei due filoni strategici di attività è rappresentato dalla diffusione tra le imprese della cultura e delle pratiche di competitività responsabile, in una relazione di partnership decennale con CSR Europe, l’interlocutore privilegiato della Commissione UE su questo tema) Responsabile per Sodalitas del progetto IFI è stato Ruggero Bodo il quale, dopo una esperienza di 25 anni come senior executive in industrie multinazionali, ha intrapreso una nuova attività di consulenza pro-bono nel campo della CSR partecipando come socio fondatore alla costituzione di Sodalitas e del GBS-Gruppo Bilancio Sociale.
Partecipanti agli incontri di lavoro del Progetto IFI Giampaolo Trasi (Presidente Aiaf), Milano Federico Versace, (Socio Aiaf) Partner Avanzi Sri Research, Milano Angela Tanno, Associazione Bancaria Italiana (ABI) – Ufficio Responsabilità Sociale dell’Impresa, Roma Marco Messori, PR & Communication – Deutsche Asset Management Italy – Deutsche Bank Group, Milano Paolo Sirito, Business & Project Management – Deutsche Asset Management Italy – Deutsche Bank Group, Milano Leonardo Masotti, co-fondatore di El.En S.p.A. nel 1998 e attuale Presidente del Consiglio Scientifico del gruppo El.En, Firenze Giorgio Vicini, Eni Div. Exploration & Production, Milano Francesco Zaini Managing Director Equiteam, Milano Kristen Dunlop, Responsabile Generali Group Innovation Academy, Mogliano Veneto (TV) Massimiliano Suozzo, Generali Group Innovation Academy Formazione Manageriale, Mogliano Veneto (TV) Sebastiano Renna, Responsabile Comunicazione Istituzionale Gruppo Granarolo, Bologna Bianca Fersini, Presidente e Amministratore Delegato di Polytems HIR, Milano/Roma Valeria Fazio, SCS Azioninnova SpA, Bologna Paolo Bigotto Manager Summit-imm, Milano Paolo Nazzaro, Responsabile Sostenibilità – Gruppo Telecom Italia, Roma/Milano Giovanni Roso, Responsabile Nuove Opportunità ICT – Gruppo Telecom Italia, Torino Marcello Pellini, UniCredit Group- Direzione Corporate identity, Responsabilità Sociale e Coordinamento Territoriale, Milano
INTRODUZIONE di Giampaolo Trasi (Presidente Aiaf)
Se il bilancio d’esercizio rappresenta, in larga misura, la fotografia di decisioni prese da un’azienda in esercizi precedenti, il report del capitale intellettuale svolge invece una funzione del tutto simmetrica: esso consente, per molti versi, di “leggere” con anticipo l’evoluzione del bilancio dell’azienda negli esercizi successivi.
Vi troviamo infatti la rappresentazione dell’insieme dei vantaggi competitivi sostenibili dell’impresa, dai quali potranno scaturire nel futuro utilità economiche. In tale ottica, il report del capitale intellettuale è l’elenco delle potenzialità future dell’azienda, una misura della sua capacità di competere sul mercato, ovvero una prima evidenza di sintomi di debolezza da cui potranno scaturire, se non gestiti per tempo, situazioni di crisi aziendale.
Ben si comprende quindi la continua e crescente attenzione che l’Aiaf dedica al tema degli asset intangibili d’impresa e alle diverse metodologie di reporting del Capitale Intellettuale. Il percorso che l’Aiaf ha iniziato nell’anno 2000 con il progetto “Mission Intangibles”, si arricchisce ora di un nuovo importante contributo: il Quaderno n.126, dedicato all’innovazione d’impresa, un tema centrale sia per il fondamentale contributo nel processo di creazione del valore, sia per la trasversalità nelle dinamiche gestionali dell’impresa stessa. In questa fase del nostro processo di conoscenza, abbiamo unito le nostre forze con alcuni partners che condividono con noi l’attenzione a questa importante tematica: Altis- Università Cattolica e Sodalitas. Questa collaborazione ci ha consentito di scambiare e confrontare le esperienze maturate e di svolgere assieme questa parte del percorso di approfondimento.
Di grande importanza in questo progetto è stato il confronto costante con il mondo delle imprese, che hanno partecipato attivamente alla definizione della tassonomia dell’innovazione ed individuazione degli indicatori più idonei. Di quest’interscambio di esperienze si è quindi arricchito il presente lavoro, che in appendice offre numerose testimonianze di esperienze sul tema dell’innovazione e della comunicazione del capitale intellettuale d’impresa. Con questo Quaderno, proseguiamo dunque nel nostro impegno di aumentare la consapevolezza degli analisti finanziari e delle imprese sul tema del Capitale Intellettuale.
L’informativa sul Capitale Intellettuale d’Impresa dovrebbe infatti, a nostro avviso, essere integrata con maggiore regolarità nel processo decisionale dell’investitore. La valutazione aziendale non è un processo deterministico: non esistono “scatole nere” nelle quali,“gettando” numeri all’interno, si “estrae” il corretto valore d’impresa.
La valutazione è piuttosto un processo che si basa su elementi qualitativi e quantitativi, combinati con un’ampia dose di giudizio soggettivo, esperienza e buon senso. In tal senso, una maggior disclosure sul capitale intellettuale d’impresa è di grande ausilio alla formazione del giudizio dell’analista finanziario: ad esempio, conoscere la qualità, la seniority, e l’output di un dipartimento R&D può fornire supporto alla previsione sui nuovi prodotti che, a loro volta, si traduce in previsione di ricavi futuri. Così pure, conoscere il trend storico del livello della customer satisfaction per i prodotti e servizi di un’impresa migliora la capacità di un analista nel formulare previsioni sui tassi di ritenzione della clientela e, a cascata, sulla redditività dell’impresa stessa.
Infine, le informazioni sul capitale intellettuale possono migliorare la visibilità su un nuovo business plan annunciato dall’impresa oggetto di analisi: ciò è tanto più vero nei segmenti di business cosiddetti “research-intensive” e per le imprese di minori dimensioni che si affacciano al mercato del debito.
Una miglior visibilità sulle prospettive d’impresa può condurre il valutatore ad applicare un costo del capitale più appropriato nella valutazione, ovvero può contribuire a far ottenere all’impresa un costo del funding più vantaggioso e più agevoli possibilità di accesso al credito