Gli impatti del cambiamento climatico (tempeste, inondazioni, ondate di calore, siccità…) minacciano significativamente la crescita e la resilienza dei sistemi economici e finanziari a livello globale; appare quantomai necessario sostenere maggiori investimenti per limitare ulteriormente il riscaldamento globale.
Il nuovo rapporto BCG analizza le modalità con cui può essere sostenuta un’azione efficace per il clima sulla base della considerazione che le attuali politiche sono posizionate sulla traiettoria che conduce ad un aumento di 3 °C entro la fine del secolo, con conseguenti gravi danni alla natura e all’umanità, danni che potrebbero essere limitati solamente con riduzioni profonde, rapide e sostenute delle emissioni per ricondurre il riscaldamento globale entro la soglia dei 2°C, come richiesto dall’accordo di Parigi.
L’analisi esposta nel rapporto suggerisce che, consentendo un aumento della temperatura globale di 3°C, la produzione economica cumulativa potrebbe essere ridotta dal 15% al 34% entro il 2100, il che equivale a ridurre la crescita annuale del PIL dello 0,56%.
Le stime tuttavia possono essere inadeguate per quanto concerne la quantificazione dei danni economici a causa delle limitazioni dei modelli attuali, che non tengono pienamente conto del danno economico al superamento dei punti di non ritorno (es. perdita delle barriere coralline o deperimento della foresta amazzonica).
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