Different shades of green: EU corporate disclosure rules and their effectiveness in limiting “greenwashing”

ECB

Occasional Paper n. 370

Per raggiungere l’obiettivo dell’Accordo di Parigi la legge europea sul clima (ECL) ha fissato di ridurre le emissioni nette di gas serra almeno del 55% entro il 2030 per diventare climaticamente neutri entro il 2050.

Il greenwashing , rischio cresciuto in modo significativo negli ultimi anni, costituisce un ostacolo non solo per gli investitori e gli enti di regolamentazione prudenziale, ma anche per i governi nel loro sforzo di ridurre le emissioni entro il 2050 e deve essere adeguatamente presidiato.

Secondo gli autori il greenwashing(1) è sostenuto dalla mancanza di standardizzazione e, quindi, dagli ampi margini di manovra ammissibili per modellare il contenuto delle informative di sostenibilità nonché dalla difficoltà a comparare tali informative. Questo documento espone i risultati di un’analisi, basata sui testi giuridici originariamente concordati della CSRD, della CSDDD e della tassonomia UE, volta a discutere il nesso dei requisiti di informativa per le aziende e le banche nell’UE ai fini della prevenzione del greenwashing.

 

(1) Il greenwashing si concretizza quando le dichiarazioni relative alla sostenibilità pubblicate da un’entità aziendale non riflettono in modo chiaro e corretto il profilo di sostenibilità sottostante dell’entità.

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