Principi fiscali e principi antiriciclaggio: sono talora sovrapponibili?

di Patrizio Braccioni, Annunziata & Conso

L’articolo rappresenta una sintesi ragionata redatta dall’Autore (socio AIAF) dell’articolo pubblicato alle pp.80/88 del fascicolo n.2 /2025 di BANCARIA, la rivista dell’ABI.

In questa sintesi vengono messi in luce i punti di maggiore interesse specifico per l’analisi finanziaria

 

La normativa fiscale e la normativa antiriciclaggio presentano numerose sovrapposizioni e spesso le norme che perseguono illeciti tributari risultano nei fatti applicabili anche in materia di antiriciclaggio e viceversa. Le ipotesi di evasione e frode fiscale costituiscono normalmente i presupposti del riciclaggio, come costantemente rilevato negli studi e reports delle Autorità preposte.

Inoltre, numerosi istituti giuridici tipici delle due normative hanno talora caratteristiche e profili identici nonostante il diverso “nomen iuris”.

Si suggerisce quindi una focalizzazione volta ad un’integrazione tra le stesse in vari ambiti, tra cui le organizzazioni aziendali dei soggetti obbligati all’applicazione delle norme antiriciclaggio, con particolare riferimento agli intermediari finanziari.

Quanto sopra affermato è un dato riscontrabile in numerosi documenti. Se ad esempio si legge la Relazione del Comitato di Sicurezza Finanziaria relativa al 2021, esso riporta testualmente che “…le segnalazioni classificabili nell’area di rischio relativa a possibili illeciti fiscali continuano a ricoprire un ruolo di primo piano nell’ambito della collaborazione attiva”.

Nel medesimo documento si legge anche che “…sul fronte tipologico, con peso relativo al 28,8% delle segnalazioni classificate nell’area di rischio “criminalità organizzata” gli schemi operativi tipici dell’evasione fiscale continuano a rappresentare una componente di rilievo”.

Sono utili un paio di esempi pratici con riferimento alla nozione di residenza fiscale e di beneficiari effettivi.

Quanto alla prima, la residenza fiscale, nell’indicare schemi rappresentativi di comportamenti anomali ai sensi dell’art.6, comma 7, lett. b) del D.Lgs.21 novembre 2007 n. 231(la principale legge italiana in materia di antiriciclaggio), con Comunicazione UIF del 10 novembre 2020, l’Unità di Informazione Finanziaria italiana ha fatto riferimento, tra altre ipotesi, a “imprese estere controllate, anche indirettamente, da soggetti residenti in Italia o amministrate da organi di gestione formati in prevalenza da componenti ivi residenti . Quest’ultima ipotesi ricalca uno dei principali casi di residenza fiscale estera fittizia in base alla vigente normativa e prassi tributaria.

 Quanto invece alla seconda, la nozione fiscale di beneficiari effettivi si sovrappone spesso a quella di titolari effettivi, come fornita dall’art.20 del D. Lgs. 231/2007.

In entrambi i casi, infatti, pur con diverse sfumature, trattasi di soggetti che, pur non avendo la proprietà di assets e dei flussi di ricchezza che ne derivano, ne hanno la materiale disponibilità e per questo ne traggono vantaggio economico.

Per entrambe le discipline, alla forma giuridica viene sempre preferita la rilevanza della sostanza economica dei fenomeni.

La sovrapposizione appare di tutta evidenza nella valutazione di strutture societarie complesse, ove talora l’obbiettivo principale è di celare l’identità dei percettori di ricchezza sia sotto il profilo fiscale sia, laddove la ricchezza abbia origini illecite, a fini criminali.

 Si ritiene inoltre che le considerazioni sopra esposte potrebbero essere estese a livello europeo, in particolare alla luce dell “AML Package” europeo del 31 maggio 2024.

Anche ai fini di un miglioramento del sistema di controlli interni degli intermediari finanziari e con riferimento alle strutture organizzative aziendali, sia i manager che operano nelle funzioni antiriciclaggio sia quelli che operano nelle funzioni fiscali dovrebbero assumere consapevolezza del patrimonio informativo di dati, informazioni, professionalità ed esperienze reciproci.

Questi aspetti potrebbero facilitare e migliorare la qualità ed efficacia della rispettiva operatività, dei rispettivi compiti e quindi, ai fini del sistema di controlli interni in aree estremamente delicate e complesse.

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