Milano, 14 aprile 2023 presso ARCA SGR – AIAF, l’Associazione Italiana per l’Analisi Finanziaria, ha presentato ai Soci ed Amici il progetto CRA (CENTRO DI RICERCA SUGLI ALGORITMI) con l’obiettivo di fornire alla comunità degli analisti operanti nel settore pubblico e privato una raccolta ragionata di strumenti di analisi e di decisione in materie di frontiera innovative, dove velocità dell’innovazione tecnologica rispetto ai processi decisionali possono generare conflitti di interesse e contrasti intellettivi.In particolare, AIAF CRA vara la sua attività di ricerca con la pubblicazione digitale, riservata ai Soci, del Review Paper inaugurale, opera di rassegna dedicata a una analisi tassonomica dei potenziali “rischi algoritmici” presenti nelle attività finanziarie in cui l’analista si trova ad operare.Il progetto CRA si propone di discutere le principali applicazioni di Data Science in campo finanziario e assicurativo, dove gli algoritmi vengono utilizzati pervasivamente nell’Intelligenza Artificiale e nel Machine Learning, con particolare attenzione ai profili di rischio che intervengono in ciascuna funzione.“Gli algoritmi informatici rappresentano una realtà invasiva della nostra società il cui ruolo è velocemente evoluto da strumenti di ausilio controllato a strumenti anche di scelta autonoma: sono fonte di nuove opportunità ma anche di possibili nuovi rischi. AIAF ha il compito di monitorare queste dinamiche. Per ora le prime conclusioni sembrano suggerire prudenza nell’inserire ulteriori provvedimenti regolamentari” – Dichiara Davide Grignani, Presidente AIAF. “Uno degli obiettivi fondanti del CRA è la ricerca di un linguaggio condiviso tra esattezza scientifica e indeterminatezza operativa, che sappia individuare e sviluppare temi innovativi di ampio respiro. AIAF ha nel suo DNA la determinazione e la capacità di contribuire a congiungere produzione scientifica con applicazioni operative e tecnologiche dell’analisi finanziaria. Troppo spesso, infatti, assistiamo alla mancanza di relazioni virtuose e sistemiche tra scienza, imprese ed istituzioni proprio per la mancanza di un linguaggio realmente e consapevolmente condiviso”.