La supplenza delle banche centrali e del sistema finanziario alla missione politica sta giungendo ad un punto di rottura sotto il peso dello “stress test” che l’intera Europa e l’Italia in particolare stanno subendo.
I decennali processi di analisi, studi e proposte legislative per la piena attuazione di una vera Unione Bancaria europea (BU) e di un vero Mercato Unico dei Capitali europeo (CMU) devono vedere la loro messa a terra senza ulteriori rinvii.
Con questo appello le nostre Associazioni chiedono al Parlamento italiano, ai Parlamenti dei partner europei, alla Commissione e al Parlamento europeo di promuovere la pronta approvazione formale delle proposte legislative richieste per la BANKING UNION e la CAPITAL MARKET UNION.
La grave dipendenza energetica dell’intera EU dall’energia fornita da paesi non democratici impone un’accelerazione convinta e potente non per tornare al passato ma per proseguire a tappe forzate sul percorso della piena trasformazione ed autonomia energetica: la nostra libertà sociale ed economica sono in gioco.
Per realizzare questa liberazione dalla nostra dipendenza geo-politica da paesi rischi di risorse fossilized occorre che anche il sistema bancario e il mercato dei capitali europei supportino le aziende e le famiglie d’Europa con un cambio di passo potente e solidale.
Le nostre Associazioni rappresentano competenze e operatori professionali fiduciariamente responsabili della buona gestione del grande risparmio italiano: hanno il dovere verso le nuove generazioni di garantire il benessere e la felicità di tutti gli italiani.
Abbiamo bisogno di banche in grado di finanziare l’enorme sforzo delle imprese per aumentare ed accelerare gli investimenti e abbiamo bisogno in parallelo di in un forte mercato dei capitali e di una Borsa europei ove gli investitori di tutto il globo possano investire in più emittenti italiani, nelle nostre imprese d’eccellenza, nella seconda più potente piattaforma industriale d’Europa, l’Italia.
Se l’approvazione parlamentare della BU e della CMU non saranno raggiunte rapidamente né le imprese italiane né tantomeno il risparmio italiano delle famiglie e degli investitori istituzionali potranno essere mobilitati e valorizzati a beneficio di tutto il Paese: dopo molti anni di attività preparatoria l’Europa avrà perso una sfida e l’elevatissimo prezzo sociale, geo-politico ed economico che sarà pagato dal nostro sistema ricadrà sulle future generazioni aggravando la dipendenza da sistemi extra-europei.
per AIAF Davide Grignani